Pagina:Lucrezio e Fedro.djvu/38

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24 di Tito Lucrezio Lib. V.

     Le scema in parte, e le disperge in aura.
     610E pria tutte le cose arder confida,
     Che possa unqua l’umor giungere al fine
     Bramato dell’impresa: in così fatta
     Guisa fan tuttavia con posse eguali
     Tra lor cruda battaglia, e di gran cose
     615Muovon gran lite; e per finirla, a gara
     Opran ogni lor forza, avendo il foco
     Vinto una volta, e dominato il mondo,
     Come fama ragiona, e ’l liquor molle
     Regnato un’altra pe ’l contrario, e tutto
     620Sommerso il grembo dell’antica madre:
     Che vinse il foco, e molte cose allora
     Ardendo incenerì; ch’Eto e Piroo,
     Di strada usciti il temerario Auriga
     Mal frenati da lui per ogni clima
     625Della terra, e del ciel trassero a forza;
     Ma quel, che tutto può, padre e signore
     D’ira infiammato allor, con violento
     E repentino fulmine gettollo
     Dal cocchio in terra, e il sol fattos’incontro
     630Al cadente garzon tosto riprese
     La gran lampa del mondo, e ricongiunse
     I dispersi cavalli, e per l’usato
     Calle gli spinse ancor lassi e tremanti.
     Quindi reggendo in suo viaggio il tutto
     635Porse alle cose il debito ristoro;