O pur scorre d’altronde; e per di fuori
L’aer da qualche parte agita e mesce 800Gli eterei fuochi: o ch’essi stessi ponno
Serper là, ’ve gli chiama ove gl’invita
D’ognuno il proprio cibo; e mentre a volo
Se ne van per lo cielo, esca, e ristoro
Porgono a’ vasti lor corpi fiammanti: 805Posciachè l’asserir, qual delle addotte
Cause sia vera in questo nostro mondo
È difficile impresa. A me sol basta
Il dir ciò ch’esser puote, e che succede
Per l’universo in varj mondi in varie 810Guise creati, e delle stelle a i moti
Piacemi l’assegnar varie cagioni,
Che possibili sian per l’universo,
Delle quai non pertanto una esser debbe
Quella, ch’a gli aurei segni i movimenti 815Porga. Ma l’affermar, qual sia di queste,
Opra non è di chi cammina al buio.
Acciò poi che la terra entro il più cupo
Centro stia ferma, è di mestier, che sfumi
Il pondo, e manchi a poco a poco, e sotto 820Abbia un’altra natura a se congiunta
Fin da principio, e strettamente unita
Con le molli del mondo aeree parti,
Alle quai vive inserta; e quindi all’aure
Non è di peso, e non lo preme, e calca: