1095Torna la vaga primavera, e seco
Venere torna, e messaggier di Venere
Zeffiro alato, e l’orme sue precorre,
Cui la madre de’ fior tutta cosperge
La strada innanzi di color novelli, 1100Bianchi, gialli, vermigli, azzurri, e misti,
E di soavi odor l’aere riempie.
Quindi nel luogo suo l’arida estate
Succede, e per compagna ha l’alma Cerere
Sparsa di polve il crine, e il soffio Etesio 1105Del rigido aquilon. Quindi l’autunno
Segue, ed in un con lui l’Evio Evo è?
Quindi l’altre stagioni, e quindi gli altri
Venti, e Volturno altitonante, ed austro
Cinto di nembi, e turbini sonori. 1110La bruma al fin reca le nevi e il pigro
Ghiaccio n’apporta: e strepitando il verno
Giunge, e le membra altrui sforza a gelarsi.
Non è dunque stupor, se in certo tempo
Muore, ed in certo tempo anco rinasce 1115La luna, poichè pur creansi al mondo
Tante, e sì varie cose in certo tempo.
Ma del sol parimente, e della luna
Creder dei, che l’ecclisse in varj modi
Possa avvenir: che per qual causa il lume 1120Del sole a noi può tor la luna, e molto
Da noi lungi offuscarlo, interponendo