Pagina:Lucrezio e Fedro.djvu/61

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di Tito Lucrezio Lib. V. 47

     1230Così dunque l’età varia l’essenza
     Del mondo, e d’un la terra in altro stato
     Si cangia: omai quel, che poteo, non possa,
     E possa quel, che non sofferse innanzi.
Varj in oltre crear mostri, e portenti
     1235Allor tentò la terra in varie guise,
     E di faccia ammirabile, e di membra,
     E di mani, e di piè molti eran privi:
     Molti ancor senza braccia, e senza volto
     Ciechi affatto nascean: molt’impediti
     1240Di membra, che fra lor per tutto il corpo
     Intrigate, e legate erano in guisa,
     Che nulla oprar potean. Non rifuggirsi
     A luogo alcun, non le malvage cose
     Schifar, non le giovevoli seguire,
     1245Non usarle a’ bisogni. Altri portenti
     Producea di tal sorte, ed altri mostri;
     In van, che lor natura il propagarsi
     Vietava, onde arrivare al fin bramato
     Non potean dell’età, nè trovar cibo
     1250Nè venerei diletti avere insieme.
     Conciossiachè concorrer molte cose
     Debbon negli animali, acciò sian atti
     A servar propagando il proprio germe.
     Primieramente i pascoli, le vie
     1255Dopo, onde i semi genitali uscire
     Possan per tutto il corpo, allor che sono