Pagina:Lucrezio e Fedro I.djvu/156

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128 di Tito Lucrezio Lib. III.

     205Rigide, e fredde, e si dilegua e sfuma:
     Onde poichè dell’animo, e dell’alma
     La natura è dell’uom quasi una parte,
     Dì pur, che il nome d’Armonia fu tratto
     Dal canoro Elicona, o d’altro luogo,
     210Ed a cosa applicato, che di propria
     Voce avea d’uopo. Or che si sia di questo,
     Tu no ’l curar; ma gli altri detti ascolta.
L’anima dunque, e l’animo congiunti
     Son fra di loro, ed una sola essenza
     215Si forma d’ambedue; ma è del corpo
     Quasi capi il consiglio, il qual da noi
     Vien detto animo, e mente, e questi in mezzo
     Del core è posto, poichè quindi esulta
     Il sospetto, il timor; qui l’allegrezza
     220Molce: qui dunque ha pur l’animo il seggio.
     L’altra parte dell’anima è diffusa
     Per tutto il corpo, e della mente al moto
     Si muove anch’ella, ed ubbidisce al cenno,
     Ma sol per se piace a se stesso, e seco
     225Gode l’animo, allor che nulla il corpo
     Perturba, e l’alma; e come gli occhi, e ’l capo
     Sovente in noi lieve dolore offende,
     Mentre che l’altre membra angoscia alcuna
     Non sentono; in tal guisa anco alle volte
     230Lieta, o mesta è la mente, ancorchè l’altra
     Parte dell’alma per le membra sparsa