Nè in altra guisa il suo furor distende, 395Che suol repente in ampio letto accolta
L’acqua d’alto cader gonfia e spumante,
Che non pur delle selve i tronchi busti;
Ma ne porta su ’l dorso i bosch’interi,
Nè pon soffrire i ben fondati ponti 400La smisurata forza: il fiume abbatte
Ogni eccelso edifizio, e sotto l’acque
Gran sassi avvolge, onde rovina a terra
Ciò ch’al rapido corso ardisce opporsi.
Così dunque del vento il soffio irato, 405Se qual torrente impetuoso scorre
Verso qualsisia parte, innanzi caccia
Cicch’egl’incontra, e lo divelle e schianta:
Or con vortice torto alto il rapisce,
E con rapido turbo il ruota e porta. 410È dunque il vento un invisibil corpo,
Se nell’opre, ne’ moti i fiumi imita,
Che son composti di visibil corpo.
Giungono anch’alle nari odor diversi
Che tra via nondimen l’occhio non vede, 415Nè i fervidi bollor, nè i freddi pigri
Mirar si pon, nè le sonore voci;
E pur forz’è, che di tai cose ognuna
Corporea sia, poichè commove il senso,
Che null’altro, che il corpo è tocco, e tocca. 420Le vesti ai fin nel marin lido appese