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Pagina:Luigi Barzini. Sotto la tenda.djvu/113

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vecchi, tutti " figli di Hesen „, arabi che da poche genera zioni si trovano sotto ad un sole più dolce e che hanno an cora le carni bruciate dal clima del patrio Tafilelt, dall'alito rovente del Sahara. Nasi aquilini dalle narici mobili, come annusanti un odore di battaglia, mascelle sporgenti e forti da bestia che morde, occhi vivaci anche nella immobilità — occhi da agguato — barbe ispide, e tuttavia nell' insieme una espressione fieramente nobile, la gagliarda armonia della forza virile, ecco le caratteristiche di questa razza. Quasi tutti avevano due grandi ciuffi di capelli che uscivano dal tarbush sulle tempie e si aprivano folti e crespi incorniciando il volto come una criniera: il distintivo dei combattenti copiato forse al leone.

La parete era piena di armi ; vi si ammucchiavano a ridosso fucili d'ogni genere, a pietra e a ripetizione, armi da caccia e da battaglia, spingarde e carabine, un arsenale da collezionista o da comitato rivoluzionano. I fucili moderni avevano tutti l'apparecchio di mira tagliato via; gli arabi lo considerano come cosa inutile che fa male alle mani. Volgendomi a guardare alle mie spalle le armi più vicine, ho scorto un fucile quasi nuovo, di modello simile al Martini, avente impressa sul caricatoio questa misteriosa scritta: Armata Romana — Modello 1878.