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Pagina:Luigi Barzini. Sotto la tenda.djvu/115

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aveva la severità d’un concistoro; El-Bushaib, che si era prima lavato le mani con l’anfora e il bacile quasi per un rito sacro, pareva un gran sacerdote intento a qualche cerimonia religiosa. Ed io ero scontento. Cioè, ero deluso. Serbavo rancore al gran sacerdote di non essere quel brigante che avevo il diritto di aspettarmi. Diamine, vale la pena d’internarsi nel Marocco e di arrivare in un covo di predoni per trovarsi in presenza a tanta placida rispettabilità?

El-Bushaib è un brigante grandioso e metodico. Ruba ai Beni-Melek come ai Beni-Hesen, senza parzialità, con sistema; opera su vasta scala seguendo certe regole fisse che sono come la codificazione del furto; prepara e svolge le sue im prese con esattezza infallibile, e non getta la rete che per la grande pesca. È troppo ricco per non disprezzare la piccola operazione imprevista. Ecco il semplice meccanismo del suo commercio: alla notte i suoi uomini, secondo piani prestabiliti, piombano sopra un duar o sopra un villaggio e portano via tutto il bestiame; e spesso anche sorprendono le mandrie in viaggio verso la costa, e le conducono alla sede del loro capo. Poche ore dopo tutti i buoi, i cavalli, le pecore, i cammelli predati scompaiono come per incanto dal

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