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Pagina:Luigi Barzini. Sotto la tenda.djvu/34

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i ribelli lontani e quelli vicini la pace non dura a lungo, l’ospitalità e la pazienza hanno i loro limiti, gli uni rimproverano agli altri la venuta delle cavallette militari, e finiscono per battersi fra loro di santa ragione. A questo punto, si capisce, la ribellione è domata; e la mahalla non ha più che da minacciare un attacco con molto rumore di fucilate, per indurre i frazionati rivoltosi ad un solenne atto di sottomissione ed all’accettazione d’un buon governatore che li spremerà per qualche tempo in pace, in nome e per conto del Sultano. Dopo ciò l’armata ritorna a Fez vittoriosa.

La mahalla di Zinetz però non segue per ora la tradizionale tattica vorace degli eserciti sceriffiani. Essa è stata inviata col pretesto di mantenere libere le comunicazioni fra Tangeri e l’interno, ed ha un sok, nel mezzo dell’accampamento, dove i contadini vanno a vendere alle truppe i loro prodotti e dove dei soldati economi e ingegnosi smerciano zucchero, tè, tabacco e frittelle ai loro colleghi proletari. La realtà è che il Governo, vista la malsicura posizione del Raissuli, minacciato dagli Angera, ha mandato questi soldati, non per rinforzare l’autorità del governatore, e nemmeno per rivendicare i diritti dei suoi nemici oppressi, ma per appoggiare il più forte in caso di conflitto, e assicurare così la continuazione di quei versamenti nelle casse del Maghzen, le origini dei quali poco interessano a Fez. Il Governo marocchino considera i lauti tributi dei governatori come il segno