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Pagina:Luigi Barzini. Sotto la tenda.djvu/95

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Degli abitanti si sono adunati, fieri della mia meraviglia, ed hanno raccontato la cosa. Quella macchina appartiene al Sultano. Quattro anni or sono, essa era trascinata da Laraishe a Fez, e la notizia del suo arrivo s’era sparsa in tutta la regione. Si diceva: " 11 Sultaho ha venduto il Marocco agli inglesi, ed ora impiantano il “piroscafo di terra, (cioè la ferrovia). Anzi è sbarcato già e lo portano a Fez”. Avevano preso quella macchina per una locomotiva.

Dal Sebù al Lukkus il paese era commosso. Dei corrieri erano mandati a spiare la marcia della ferrovia, e ne riportavano i progressi. Nelle moschee si pregava, i capi tenevano adunanze. Pareva che con quella misera locomobile trascinata da buoi si avanzasse la distruzione dell’Impero. Un esercito invasore non avrebbe causato una maggiore emozione. Alla fine fu decisa una grande impresa: bisognava arrestare il nemico e farlo prigioniero. Era la rivolta aperta al Sultano, ma che importa quando si tratta della salvezza della patria!

Fu così che un bel giorno i carovanieri e la scorta imperiale si trovarono circondati da grandi masse d’uomini armati a cavallo e a piedi, e si sentirono ingiungere di abbandonare quel mostro di ferro sotto pena di massacro. Essi non esitarono neppure un istante, e se ne andarono al più presto, lasciando in asso il piroscafo di terra che non si è mosso più.

E non si muoverà più. Il capo del villaggio ci ha dichiarato gravemente: "Se il Sultano, che Allah protegga!, venisse egli stesso con diecimila soldati, non riuscirebbe a muoverlo di qui!" "

Ma non è la “ferrovia” questa! ho esclamato è una macchina che non può camminare da sola, fatta per star ferma e lavorare....

Alla traduzione delle mie parole tutti hanno riso con aria incredula. E Mustafà mi ha detto, in tono di blando rimprovero:

Signore, siamo dei poveri ignoranti, è vero, ma anche a un miglio di distanza possiamo capire che questa è proprio la "ferrovia".