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110 dai ghiacciai dell'adamello


Per sentieri da camosci, le nostre pattuglie sbucavano su dai boschi, scalavano le cime e si mandavano l’una all’altra voci di segnale e di saluto attraverso la sonora purità delle altitudini. Quattro giorni dopo l’inizio delle ostilità occupavamo la Cima Spessa, che domina la gola laterale d’Ampola, così piena di ricordi garibaldini. Ancora tre giorni, e l’Ampola era passata, Storo era occupata, Condino era occupata: la conquista avanzava così anche nel fondo delle vallate nostre.

Intanto, valicando difficili passi, per le ripide e orride balze della valle Caffaro e della Valcamonica, reparti di alpini scendevano nella valle Daona, ad occidente della Giudicaria. Dopo un breve combattimento, le truppe che avevano occupato Condino, risaliti gli speroni sulla bassa valle Daona, si collegavano a quei reparti alpini, e si stabiliva una stupenda continuità di fronte, dal Tonale al Garda, dai ghiacciai dell’Adamello agli uliveti del lago. La grande, formidabile linea di posizioni sulle quali ora ci teniamo era tracciata.

Gli austriaci hanno tentato più volte di spezzare la catena dei posti avanzati italiani, di tornare in possesso di picchi e di valichi da cui sentivano più forte gravare la minaccia. I loro attacchi si sono diretti specialmente verso l’alta valle Daona, dove più radi erano i nuclei di occupazione, più facili le sorprese, e