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una maestosa battaglia di fortezze 149


chi sa da dove, o sono le grosse artiglierie del monte Panarotta che intervengono, specialmente nelle ore pomeridiane, quando il Panarotta è in ombra e vede la valle in luce.

Il Panarotta costituisce adesso la barriera austriaca nella Valsugana, come il Biaeno è la barriera che fronteggiamo nella valle dell’Adige. Si sporge ad una svolta della vallata, dietro a Roncegno, e pare la blocchi con la sua mole superba, azzurrastra nella luce del mattino. La conca di Borgo ha il Panarotta come ultimo scenario di fondo.

Sulla vetta la montagna ostile ha dei forti corazzati muniti di cupole d’acciaio. Pare che all’inizio della guerra questi forti non fossero ancora armati. In ogni caso si armarono presto, e alla metà di giugno cominciarono a far sentire la loro voce. Più in giù, lungo gli oscuri declivi boscosi, batterie mobili si appostano sui pianori, e trincee, e reticolati che si stendono a fasce, segnalati come da un affollamento nebbioso e minuscolo di miriadi di pali.

La difesa austriaca sembra si vada concentrando in quell’immane fortilizio. La nostra avanzata sul Salubio e sull’Armentera ha provocato un balzo indietro del nemico. Sopra Roncegno c’è una piccola chiesa, antica e solitaria, sul cui campanile ha sventolato fino a due giorni fa una grande bandiera austriaca. La bandiera è scomparsa. Nessun essere vi-