Pagina:Luigi Barzini - L'Argentina vista come è.djvu/17

Da Wikisource.

sfogliando una guida 7


che dovrebbero far molto meditare gli emigranti nostri, se l’uomo preso dal furore migratorio fosse un essere ragionevole.

Sono granelli di sincerità: «Gli operai debbono essere decisi a far di tutto, ad andare da qualunque parte.... I loro lavori, come pure quello dei campi, risulteranno pesanti, forse più pesanti che i lavori analoghi che si fanno in Italia.... Gli emigranti debbono rassegnarsi a tutto (nei primi tempi e andare in America con l’idea che i principi saranno duri e penosi... Il collocamento degli artigiani non è tanto facile (paragonato a quello degli agricoltori) e più d’una volta non potranno lavorare subito nel loro mestiere e dovranno rassegnarsi a fare qualunque cosa per pesante che sia. Quando ciò succede, molti maledicono l’ora in cui venne loro in mente d’imbarcarsi, abbandonandosi a sfoghi del tutto ingiustificati... Gli emigranti a cui si offre un’occupazione fuori di Buenos Aires l’accettino subito ed abbiano la decisione di andare dappertutto. In Buenos Aires è molte volte impossibile la collocazione... Gli emigranti si debbono rassegnare alle contrarietà dei primi tempi, vivendo male, adattandosi a qualunque lavoro, senza debolezze, ne abbattimenti. Altrimenti sarebbe meglio che non si muovessero dal loro paese, perchè in qualunque nazione d’America si dirigessero troverebbero di peggio.... Quelli che emigrano debbono essere sempre persuasi che per aprirsi una strada, per vivere, e fare alcuni risparmi, dovranno sopportare le fatiche più penose, sottomettersi ai lavori più pesanti. Meglio per loro se la realtà sarà poi meno fosca delle previsioni....»

Tutto ciò è naturale. L’America come si presenta alle fantasie e alle speranze di tanta povera gente non è mai esistita, neppure all’epoca dei Guarany. In tutti i