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Che colpa ha la macchina fotografica di prendere un brutto ritratto se non è migliore l’originale? Dicendo ciò che ha detto, il Barzini non ha fatto che trasmettere alla carta delle verità.

«Non c’è nè cortesia, nè coltura in un popolo che s’infuria contro un uomo solo, un ospite che dovrebbe venir circondato di rispetto perchè ha coscienza del suo dovere, e lo compie.»

Mi dispiace d’intrattenere il lettore sopra cose che sembrano personali; ma di fronte alle accuse di malevolenza, di esagerazione e di falsità, con le quali si è tentato di togliere ogni valore a ciò che ho scritto, io ho più che il diritto, il dovere di difendere con me il lavoro mio.


In riassunto, che ho detto nelle prime «lettere argentine?» Che vi è una crisi spaventosa. Ebbene, oggi il Commissariato generale per l’emigrazione comunica ufficialmente le stesse notizie sulla crisi, sconsigliando l’emigrazione perchè vi sono ora centoventimila disoccupati nell’Argentina. Ho detto che Buenos Aires ha una vita artificiosa che assorbe le ricchezze del paese e che inutilizza quasi un quarto della popolazione. Ed ecco che cosa dice nel numero del 2 marzo un giornale argentino su questo argomento:

«Si sta facendo una vera mistificazione della prosperità del paese, prendendo come base dello stato economico e sociale della Repubblica la metropoli argentina.

«Tutto è una mistificazione.

«La grandiosità della capitale contrasta con l’esistenza miserabile che trascinano le provincie, e poi la sua vita di lavoro e di attività non è propria, perchè capitali, braccia, intelligenze e sforzi sono genuinamente stranieri, si debbono al capitale inglese, al braccio italiano, alla iniziativa degli uomini di tutte le nazioni che sono venuti a popolare questa terra, a convertire in fertili pianure le deserte pampas, ad ammassare col sudore della loro fronte le basi del presente e a marcarci la via dell’avvenire.