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88 l’argentina e gli italiani


dici giorni dimenticati. E peggio ancora, di essere bastonati o feriti. Cito qualche esempio recente. A Rosario tre giovanotti italiani, dei quali uno ex carabiniere da poco in congedo, mentre conversavano sopra un marciapiede, si sono visti arrestare, senza saperne il perchè, e condurre alla Commisseria, dove — dopo la solita perquisizione — sono stati segregati in tre celle separate «condottivi a forza di calci e di pugni.» Poi un ufficiale di polizia «li ha sottoposti a nuovi e più duri trattamenti arrivando fino ad usare la daga d'uno dei vigilanti, con la quale a casaccio, in un impeto d'ira, percosse ripetutamente uno di quei tre malcapitati producendogli lesioni d'una certa gravità. Il poveretto cercò di reagire, ma si vide ridotto all'impotenza da diversi agenti. L'ufficiale poi ordinò non fosse loro somministrato nessun cibo e che alla benchè minima lagnanza fosse loro risposto con la violenza. Dopo trentasei ore di quel martirio furono posti in libertà tutti sanguinolenti e malconci.» (Dalla cronaca della Republica di Rosario). La Patria degli Italiani confermava il fatto. Il console italiano ha potuto comprovare i maltrattamenti e un telegramma alla Patria aggiungeva che «il console continuerà nella energica sua attitudine di protesta».

Non più tardi del passato aprile cinque arrestati a Rosario, dipartimento Belgrano, sono stati bastonati dai commissarî al punto che uno dei disgraziati è stato ridotto in gravi condizioni, senza conoscimento e senza favella. Un corrispondente della Prensa ha scritto da Belleville sulla abituale crudeltà di quella polizia. «Gli arrestati sono condotti a bastonate alla polizia; si arriva anche a ferirli; ieri un guardafili arrestato senza causa giustificata venne condotto a bastonate alla Commisseria, niente altro che per fare ostentazione di rigore.»

A Santiago del Estero la polizia «contando sull'impunità delle sue colpe» — come ha scritto la Prensa