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64 Luigi di San Giusto


l’amoroso desir mio si rinfresca,
e la mia dolce pena e il dolce affanno.

Ella vuole amare ed essere felice. Collaltino è con lei, il bellissimo, amabile signore; è lui la sua primavera. Perchè dunque ella non godrebbe? Oh, pur non giunga a sì bel giorno sera! Purchè il bel tempo non si cangi in orrore! Egli parla già di partire ancora... Senza il crudele sospetto di rimanere nuovamente priva di lui, gioia somma, infinito, alto piacere le ingombrerebbe il petto, ora che parla col suo tesoro, ora che spesso lo vede.

Oh, se egli deve nuovamente lasciarla, ella vuol finire in un momento la sua misera vita, anzichè provare ancora un così aspro martire!

Oh, che giorni felici sarebbero quelli senza l’importuno sospetto! Ella sta sempre allato al suo signore, gode il lampo dei suoi occhi e il suono delle sue parole; le cose che dice lui sono divine:

Io mi miro sovente il suo bel viso,
e mirando mi par vedere insieme
tutta la gloria e il ben del paradiso.

Quel che sol turba in parte la mia speme
è il timor che da me non sia diviso;
che il vorrei meco fino all’ore estreme.

Il Conte, che pur fu lontano sei mesi dall’amata, senza curarsi di mandarle sue notizie, ora ricomincia a entrare in qualche sospetto