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200 | poemetti guerreschi |
Par che si spezzi l’elica del mondo
ne l’urto che di nuovo lo ricaccia
9pe ’l caotico vortice errabondo.
La violenza sfigurò la faccia
de’ cieli: ed è come più nulla importi
12di mani giunte nè d’aperte braccia.
Suo ’l diritto, suo ’l cenno, sue le sorti.
Chiude ogni orecchio, soffoca ogni voce
15che uman sospiro intenda o pace esorti.
Un sibilìo d’irrisïone atroce
è ne l’aria. O scuola che a la vita
18insegni quel che giova e quel che nuoce,