Pagina:Luisa Anzoletti - Canti dell'ora, Milano 1914.djvu/40

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32 fantasie


NOTA.

I Lavini di Marco: vasta landa sulla riva sinistra dell’Adige presso Rovereto, coperta di massi franati, la cui rovina, secondo gli Annali di Fulda, sarebbe da attribuirsi ad un terremoto che sconvolse tutta quella regione nell’867 e ad un monte smosso, caduto nell’Adige nell’883. Ottone di Frisinga (sec. xii) ricorda un altro terremoto, non meno spaventoso, che circa il 1111 aveva rovesciato città, ville e monti.

Lo spettacolo di questa enorme frana è descritto nella visione dantesca, là dove il Poeta col Duce suo, scendendo dal sesto al settimo cerchio infernale,

                                             giù per lo scarco
     Di quelle pietre che spesso moviensi

vede sott’esso

     La riviera del sangue, in la qual bolle
     Qual che per violenza in altrui noccia. Inf., xii.

Oggi l’industria, che s’impossessò dei Lavini di Marco, ne trae ottimi materiali da fabbrica; e quel suolo, già in più parti liberato dalle pietre, è bonificato e ridotto a cultura.