Pagina:Luzio-Renier - Mantova e Urbino, Roux, 1903.djvu/31

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degli uomini, per non dimenticarlo più. I contemporanei n’erano ammiratissimi. Vedi ciò che ne dicono il Porcellio nella Feltria ed il rozzo verseggiatore Antonio Mercatelli detto Temperanza nel suo poema in ottave, entrambi riferiti dallo SCHMARSOW, Melozzo da Forlì, Berlin u. Stuttgart, 1886, pp. 75-76 e 355-56; vedi le lodi di Giovanni Santi (PASSAVANT, Raffaello, I, 307 segg.); vedi i versi latini di Sulpizio Verulano, editi recentemente da B. Pecci Contributo per la storia degli umanisti nel Lazio, Roma 1891, pp. 13-14; vedi, se non contemporaneo di poco posteriore, l’elogio del Castiglione, Cortegiano, ed. Salvadori, Firenze, 1884, pp. 14-15. Per la descrizione del palazzo è pur sempre da tener presente quella di Bern. Baldi, pubblicata parecchie volte. Alle edizioni che ne rammentammo nel Giorn. stor., XVI, 155, n.4 ne va aggiunta una, assai poco nota, nelle annate V e VI (1873-74) del periodico urbinate Il Raffaello. Noi, quando avremo bisogno di citare quella descrizione, ci riferiremo alla edizione oggi più accessibile, che è in fondo al Cortegiano ridotto per le scuole dal Rigutini, Firenze 1889. Al Baldi s’attenne l’UGOLINI, I, 445 segg. e poi quasi tutti. Un’opera speciale magnifica comparve in Germania, quella dell’ARNOLD, Der herzogl. Palast von Urbino, Leipzig, 1856-57; bella e minuta descrizione offre con tecnica competenza lo SCHMARSOW, Melozzo,, pp. 72 segg. Chi voglia vedere in libri facili a trovarsi l’aspetto odierno del palazzo, confronti C. MARCOLINI, Notizie storiche della provincia di Pesaro e Urbino, 2° edizione, Pesaro, 1883, pp. 17, 169, 177 e MÜNTZ, Histoire de l’art pendant la Renaissance, I, 131. La pianta ed il cortile si vedono in BURCKHARDT, Geschichte der Renaissance in Italien, Stuttgart, 1891, pp. 192-93. A p. 270 è riprodotto uno dei camini. La ornamentazione del palazzo urbinate, come tutti sanno, va annoverata tra le più eleganti che abbia il rinascimento italiano. La grande importanza che ha il Laurana nella storia artistica del nostro rinascimento fu, or non è molto, rilevata in modo speciale, da F. v. REBER, nei Sitzungsberichte dell’Accad. di Monaco, an. 1889. Questo scrittore sostiene che il Laurana fu un vero iniziatore del rinascimento classico dell’architettura, e che il Bramante fu solamente un suo discepolo. Su di ciò SEMPER, nell’ Arch. stor. italiano, S. V, vol. IX, pp. 413-414.</ref>. Lo stesso Duca, saputo ciò, volle che il piano venisse eseguito con ogni cura e v’aggiunse dei suggerimenti, che potevano riuscir utili al suo giovane amico mantovano1. In quel palazzo urbinate, già famoso

  1. I documenti di ciò furono da noi pubblicati nel Giorn. stor, XVI, 155-157. Federico era liberalissimo nel dare il suo disegno del suo palazzo. Il 18 giugno 1481 Baccio Pontelli lo mandò a Lorenzo il Magnifico, che lo aveva desiderato. Il Pontelli ne chiese licenza al Duca "el quale respuse tanto benignamente che non seria stato possibile più, ch’io el dovessi fare et mandare a la V.M. et che voria potere mandarli la casa propria per satisfactione di V.M.", GAYE, Carteggio, I, 274.