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d’andare prima ad Urbino, per "stare in devotione la septimana sancta", e di là a Loreto e ad Assisi. Ma poi mutò il piano, per esserle venuto incontro ad Argenta un messo della Duchessa, il quale le disse che in un paese montagnoso come Urbino non avrebbe potuto essere convenientemente onorata in quaresima, per mancanza di pesce. Elisabetta pertanto la consigliava a recarsi prima a Loreto, e poi ad Assisi ed Urbino, nel ritorno. Ecco pertanto come aveva fissato le tappe: "Postdomane, che serrà il XXI (marzo), andarò al Cesenatico, a li XXII ad Arimine, a li 23 a Pesaro, a li 24 a Senogalia, a li 25 in Ancona, a li 26, che serà el mercore sancto, ad Loreto, dove confessata, me comunicarò la zobia mattina. De lì in due giornate per la via de S. Severino e Camerino andarò ad Eugobio. De lì ad Asiso in uno dì, l’altro a Perosa, sì per vedere quella inclita città, come perchè dovendo audire missa et disnare, serìa troppo longa giornata ritornare ad Eugobio. Da Asiso a Perosa non è se non dece milia, per una bellissima valata, per quel che intendo, et da Perosa ad Eugobio desdotto. Venirò poi de longo per la terra del Duca de Urbino, non me firmando più de dui dì in alcuno loco. Farò la via de Romagna, driciandome poi da Bologna a Ferrara per satisfare a li illmi S. miei patre et fratelli, che me pregorono facesse quella via nanti che ritornasse a Mantua".1 E a questo disegno si attenne dapprima scrupolosamente. Soltanto da Loreto, per muovere a Gubbio, anzichè prendere la via di Camerino, tenne quella di Jesi. A Gubbio furono ad incontrarla i Duchi di Urbino, e dovè fermarsi più che
- ↑ Lettera da Ravenna al marito, 19 marzo, nel copialettere lib. IV.