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Pagina:Macbeth.djvu/125

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122 MACBETH

Soverchiar la vedresti argini e dighe.
No, no! Regni Macbetto anzi che un uomo
Di tal natura.
macduff.
È ver; la intemperanza
È tirannide anch’ essa, ed anzitempo
Molti re capovolse e molti troni.
Non vi storni però dal porre in capo
La paterna corona. Un vasto campo
V’ offrirà la grandezza, ove potrete
Largamente appagar questa sfrenata
Voluttà. Pur che tutto occulto e chiuso
Stia fra quattro pareti, e voi con senno
Governiate la Scozia, un dio le gento
Vi crederan.
malcom.
Fra tanti iniqui semi
Che germogliano in me, la cupidigia
Più d’ ogni altro mi rode; e quando io fossi
Pieno signore, diverrei la piaga
De’ vassalli, uccidendo o quello o questo
Per averne castella, oro, poderi,
Senza mai saziar le ingorde brame.
La mia stessa dovizia un argomento
Saria per irritarle; e false accuse
Macchinando verrei per dare a beni
Non miei di piglio.
macduff.
Più cupe e tenaci