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Pagina:Macbeth.djvu/19

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16 MACBETH.
rosse.
Che Dio
Salvi il re!
re.
Buon Signore, onde ne vieni?
rosse.
Da Fife, o mio Sovrano, ove il norvegio
Vessillo, che pur dianzi alteramente
Fluttuava spiegato, i tuoi guerrieri
Posero a terra. Sveno (in lega occulta
Col Signor di Caudorre, il più malvagio
De’ traditori) non lasciò che sfugga
La buona occasïon delle intestine
Nostre discordie, e con sùbita mossa
Piombò sulle tue schiere affievolite
Da que’ dissidii cittadini. Il cozzo
Fu lungo e pertinace. Alfin la destra
Fiaccò dell’invincibile Macbetto
La norvegia baldanza, e, per unirti
Tutti in un solo i detti miei, vincemmo.
re.
Sia lode a Dio!
rosse.
Quel re la pace implora.
Ma di por nella fossa un solo estinto
Egli non otterrà, se pria non versa
Dieci mila monete, ad impinguarti,
Sire, il tesor, nell’isola di Santa
Colomba.