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104 le cerimonie


risponder nulla, non essendo punto

pratico in tai duelli.
Aurelia.   O la non è
cosi; so che mi burla, è pratichissimo.
Massimo.   Pratichissimo e insieme eloquentissimo.
Orazio.   Dico per assoluto ch’io ne so,
né voglio imparare questi modi,
né ci son atto punto.
Aurelia.   Noi sappiamo
ch’ella sa tutto,
Massimo.   e che in ciò è singolare.
Orazio.   Ma se affermo di no!
Aurelia.   — pien di rettorica,
Massimo.   e di spirito e grazia.
Orazio.   Oh che il gran diavolo
se gli porti costor, voglion sapere
me’ di me i miei costumi; io me ne vado
or ora, io.
Bruno.   No, stia forte, stia forte;
superi quella sua grand’impazienza.
Aurelia.   Perché, signor Orazio, sta ella ancora
senza cappello? Si copra, la prego.
Orazio.   Signora, io sto così sempre.
Aurelia.   Mi dia
questo contento.
Orazio.   Perché vuol che faccia
contra il dovere e contra l’uso mio?
Appena me lo metto quando piove.
Aurelia.   Qui l’aria offende, io non voglio il suo danno,
né vo’ cadere in tanta improprietá.
Orazio.   Io non patisco nulla, e all’incontro
ne patirebbe la parrucca.
Aurelia.   Io certo
non ho ben, se non cuopre.
Orazio.   Ed io certissimo
non vo’ coprir.