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atto quinto | 145 |
sul punto?
Vispo. Lelio a l’impensata formola
sí stordito restò che, avanti si
riscotesse per far risentimento,
Orazio avea giá volto ed era a mezzo
de l’altra strada.
Camilla. Or faccia egli a suo senno,
e faccia bene o mal ch’io nulla il curo;
anzi sollecitar vo’ anch’io che seguano
le mie nozze con Massimo nel tempo
de le sue.
Vispo. Ecco appunto il signor Massimo.
SCENA II
Massimo, e detti.
Camilla.
Camilla. Sí signor, son stata a prendere
un po’ di fresco; ora torniamo a casa,
mia madre è poco innanzi.
Massimo. Io vado appunto
per darle parte che fra poco in casa
mia si fará la funzion sposalizia
di mia nipote, a cui la pregherò
volere intervenir. La sua presenza,
onorando noi tutti, accrescerá
— dirò meglio — ricolmerá le nostre
consolazioni e le amplificherá.
Camilla. Avrallo in grado la signora madre.
Massimo. Susseguirá, come spero, ben subito
l’adempimento de’ miei voti. Io sono
ben certo che l’error da me commesso