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204 il raguet


io mi struggeva di saperne il vero.

Ho anech’io i miei fini e negar non vi posso
che, dopo aver saputo esser Ermondo
il destinato a vostra figlia, il genio
che mi portava a lui non sia passato
al nuovo forastiero. A voi ben nota
è la necessitá che ad altre nozze
mi costringe.
Anselmo.   Ma che? Cosí in un subito?
E senza altre notizie?
Idalba.   Oh è ben da credere
che non concluderei sí presto e senza
cautele; ma egli è ricco, i’ so che egli ha
gran roba seco e di prezzo.
Anselmo.   lo le auguro
buona fortuna, e m’offro al suo servigio.

SCENA III

Fazio, Alfonso e Aliso.

Fazio.   Propizia è stata la sorte che ci ha

fatto trovare, in vece de l’amico
ch’io cercava, quest’uomo che vi è noto,
perché alloggia a lo stesso albergo vostro.
Affermand’egli d’essere al servigio
di quel signor medesimo, niuno
meglio di lui può darvi ogni notizia.
Alfonso.   Galantuomo, io vi prego di appagare
in grazia una mia curiositá.
Dicesi che il padron vostro fra poco
sia qui per accasarsi, ma altri dice
che sia in trattato ed altri che il negozio
sia giá del tutto stabilito. Io vi
priego di palesarmi intorno a questo