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278 | poesie varie |
genti avea giá lá dove regna il verno
il sangue tuo. Ma perché ancor si lente
l’alte venture al lieto corso io scemo?
Vanne, o spirto felice, or che consente
lieta seder su colli tuoi la pace,
e ’l lieto pastorei, che piú romor non sente,
erra a suo senno e i suoi desir non tace:
vanne a far lieto il forte eroe che pende
in sua speranza e nel dolor pur giace.
Te ’l patrio regno e te la fede attende,
te implora Italia e il suo valor giá veglio
in te avvivar, erger per te pretende.
Vanne, ch’io veggio nell’eterno speglio
teco lá giu regnar piú bella Astrea;
vanne e nulla temer, ch’io per te veglio. —
A pena ei disse e balenar parea;
indi, qual stella suol ne’ tempi accesi,
lo spirto alter l’eteree vie fendea:
e nulla io vidi piú, nulla piú intesi.