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poesie varie 299


XIII

     Quando colei per cui non ho mai pace
porta a quella del ciel simil la veste,
— Ecco (dich’io) che’1 bel color celeste
piú d’ogn’altro al bel viso si conface. —
    Che se cinta apparir poi si compiace
de’ vari manti ond’Iride si veste,
— M’ingannai (dico allor) ché son pur queste
le vere forme in che innamora e piace. —
     Ma se con bruna o se con bianca spoglia
il giorno appresso agli occhi miei ritorna,
mi cangio ancor, né so quel ch’io piú voglia.
     Cosi m’avveggo ch’egualmente adorna
sempre sará se sue beltá non spoglia,
ch’essa del pari ogni ornamento adorna.

XIV

     Or che di lieve auretta il fresco fiato
l’aria addolcisce omai tacita e bruna
e suoi raggi a portar per ogni lato
assisa in carro è giá l’argentea luna,
    andiamne, o cetra mia, dove l’usato
loco n’attende; andiam, ché sol quest’una
via di conforto al nostro iniquo stato
in tanto duol consente ancor fortuna.
     E poiché te ascoltar benigna suole
chi per render mia speme ognor delusa
un sol momento ascoltar me non vuole,
     tu il suo rigor con mesta voce accusati!
dille almen ciò che di mie parole
dal lagrimevol suono udir ricusa.