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canto primo 329


quinci il superbo a nobil ara intorno
565sacrificio disposero, a le mani
l’acqua fu data e il sai presero e il farro.
Ma alzando al ciel le mani, fervida Crise
facea preghiera: — Odimi, o tu che l’arco
argenteo tieni e Tenedo proteggi
570e Crisa e Cilla: i voti miei poc’anzi
gradir ti piacque e darmi onor, facendo
di greci danno; ora quest’altro ancora
disio m’appaga: la crudel da loro
peste rimuovi omai. — Cosi pregava,
575ed esaudillo Apollo. Ma fornite
le preci, e il farro e il sai gittato e sparso,
trasser le bestie in prima addietro e tosto
scannaronle, di poi le scorticaro
e partiron le cosce e le coprirò
580di grasso. Doppie fèr cataste e sopra
ponean le carni, su le Iegne il vecchio
ardeale e rosso vin spargea, tenendo
giovani presso lui cinquepuntati
schidoni. Ma poiché abbronzate furo,
585assaggiaron le viscere e de I’altre
parti fèr pezzi e le infilzar ne’ spiedi,
con molta cura le arrostirò e quinci
le trasser. Ma il lavor cessato e il tutto
apprestato, mangiar; né ben partito
590cibo s’ebbe a bramar. Poiché di esso
e insiem di bere pago fu il talento,
garzoni incoronar coppe di vino
ed a tutti le porser, fatto il saggio
co’ bicchier. Ma col canto i giovinetti
595achei tutto quel di gian raddolcendo
il nume ed in bell’inno il lungioprante
risonavano. Il dio godeva udendo.
Quando tramontò il sole e l’ombra venne,
presso le corde, onde la poppa tiensi,