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346 dell’iliade di omero


385lo rese illustre, poiché pietra il fece
de l’astuto Saturno il figlio. Noi
rese attoniti e immobili tal fatto;
ma poiché accompagnò cotal portento
le divine ecatombe, in questo modo
390vaticinò Calcante: «Achei chiomati,
e perché ammutoliste? Il saggio Giove
segno ci dimostrò di tarda e lenta
impresa, la cui gloria eterna fia.
Come gli otto augelletti con la madre
395che partorigli — e dicea nove — il serpe
divorò, così noi altrettant’anni
farem guerra e nel decimo a la fine
l’ampia cittá soggiogheremo». In questa
guisa ei predisse ed or tutto s’adempie.
400Su dunque, su ben gambierati achei,
restate quanti séte, infin che l’alta
cittá di Priamo d’espugnar s’ottenga. —
Cosí parlava. Acclamarono i greci,
— a le lor voci rimbombando intorno
405le navi — ed applaudir d’UIisse ai detti.
     A lor drizzò parole anche il canuto
Nestore cavalier: — O Dèi, sembianti
a’ garzon che di guerra nulla sanno,
voi favellate. Ove n’andranno i patti
410e i giuramenti? Getteransi al foco
de’ piú saggi i consigli e le fatiche,
i puri libamenti e le, cui fede
ebbesi, date destre? Poiché indarno
contendiam con parole, se ben molto
415di tempo ci spendiam, ripiego alcuno
trovar non ci avverrá. Ma tu qual pria
tien fermo, Atride, il tuo disegno; i greci
reggi ne le battaglie e lascia pure
che coloro uno o due scevri dagli altri
420eonsultin; lor pensier non avrá effetto