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372 dell’iliade di omero


raccolti sono i duci lor. Sovente
il guerrier Menelao nei nostri tetti
lui pur da Creta ritornante accolse.
280Ma tutti io veggo gli occhibruni achei
a ine ben noti e potrei dirne i nomi;
ina due veder non so prenci: Polluce
pugile invitto e il franco de’ destrieri
Castore domator, gemelli e della
285mia stessa madre nati: gli altri forse
non seguitar, Sparta lasciando? O pure
venner bensí ne’ legni ondi vaganti,
ma negati or virile imprender pugna
e gli trattien vergogna ed il mio scorno?
     290Cosí dicea, ma giá la vivimadre
terra color nel patrio suol di Sparta
chiudea. Gli araldi ivan portando i fidi
per la cittá dei dii giurati patti,
due agnelli ed in caprino otre viri lieto,
295che de la terra è frutto. Ideo l’araldo
rilucente portò vaso ed aurate
tazze, eccitando con tai detti il vecchio:
— Sorgi, di Laomedonte figlio, i capi
de’ troian cavalieri e de’ ferrati
300greci a scender t’invitano nel campo,
accioché gli agni feriti e giurati
sieno i patti. Alessandro e Menelao
pugnerai! per la donna con le lunghe
lancie, ed al vincitor donna ed averi
305darannosi: amistá gli altri giurando
l’opima noi Troia terremo e quelli
ad Argo equestre e ne l’Acaia andranno
donnibella. — A tal dir commosso, il vecchio
ordinò si attaccassero i corsieri.
310Ubbidirò i compagni e Priamo ascese,
tirò indietro le briglie e appresso lui
montò il cocchio bellissimo Antenore.