Pagina:Maffei - Verona illustrata I-II, 1825.djvu/244

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214 dell’istoria di verona


L’erudito Lettore anderà senza dubbio aspettando che tra’ principali contrasegni della nobiltà e dignità di questa colonia si ripongan da noi le molte primarie Genti che si veggon ne’ nostri marmi, e che fanno credere abitata dal fiore del sangue Romano questa città. Presso a cencinquanta nomi gentilizi!, che in oggi si direbber cognomi, pose già insieme il Panvinio (Ant. Ver. pag. 103) tratti dalle nostre lapide, e non pochi se ne posson ora aggiungere per altre date fuori dopo di lui. La quantità fa indizio della popolazione e frequenza; per altro il pregio de’ più illustri nomi di Roma ad ogni parte dell’Imperio è comune; e chi dal vedergli nelle iscrizioni argomenta il trasportamento in questa e in quella parte delle patrizie e dominanti famiglie Romane, non fece considerazione su l’inverisimile di tal supposto. Uso è comune nell’illustrar le lapide municipali, di farsi tosto a ricercare se quella famiglia era patrizia o plebea, o ad annoverare i Consolati de’ quali andò fastosa; uso è parimente di credere che di quella città fossero tutti i personaggi, de’ quali memorie vi si conservano. Ma noi sappiamo che generalmente passava nelle colonie l’inferior gente, onde abbiamo negli Scrittori che il parlar di condurne era singolarmente accetto al minuto popolo ed a’ soldati. Noi sappiamo in oltre l’uso promiscuo presso gli Antichi de’ nomi, talchè quando e di Giulii, e di Glauchi, e di Cornelii, e di Valerii, e di Domizii monumenti incontriamo, noi non sappiam per questo, se costoro delle celebrale Genti e un tempo arbitre