Pagina:Maffei - Verona illustrata I-II, 1825.djvu/137

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libro terzo 107

tien pur ancora dopo sì lungo giro di secoli in questi territorj la discendenza. Singolar cosa è che nelle nostre montagne confinanti alle Vicentine e alle Trentine, un tratto di dodici villaggi in circa, nel mezzo de’ quali è quello che Progno si nomina, parli una lingua differente da tutti i circostanti paesi. Suol dirsi volgarmente, ed è stato scritto da più d’uno, che s’accosti alla Tedesca, ma poco sia da’ Tedeschi intesa. Trasferitici noi però in que’ monti, e fatta in più luoghi diligente perquisizione, abbiam trovato Tedesco veramente essere il linguaggio, ma con questo di mirabile, che in gran part è quel de’ Sassoni, cioè il Toscano della Germania, pronunziando in a tutte quelle sillabe che per a si scrivono, e che l’altre provincie, singolarmente verso questa parte d’Italia situate, trasformano in o; ed orma non avendo degli storpiamenti da queste usati nelle parole: quinci nasce che co’ Tedeschi di qua con difficoltà s’intendano, come poco s’intenderebber fra se un contadino Lombardo e un Toscano. L’istessa lingua continua quasi in tutto il tenere dei Sette Comuni, territorio di Vicenza, e in tre o quattro terre del Trentino. Tuttochè fuor di questi pochi villaggi torni l’Italiano, e continui in ogni parte fin di là da Trento non piccol tratto; con tutto ciò se il linguaggio di questa gente s’accostasse al Tirolese, o a quello d’altra provincia all’Italia prossima, e participasse de’ lor suoni e pronunzia, non sarebbe da farne gran caso: ma l’udirsi quivi il parlar de’ paesi situati nell’ estremità opposta della Germania e per sì