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232 dell’istoria di verona

del vocabolo indicava presso i Romani opera a tre fili, onde auroque trilicem disse Virgilio una lorica (Æn. lib. 3).

Non è da tralasciare la distinta memoria di due vini Veronesi che ci ha conservala Cassiodorio (Var. lib. 12, Canonicario Ven. ec.), scrivendo a colui che avea cura in queste parti delle contribuzioni fiscali a tempo cl’Atalarico. Dopo aver premesso doversi per la regia mensa far venir d ogni parte le più rare cose, così proscguisce: «e perciò son da procurare i vini che la feconda Italia singolarmente produce, acciocchè non paia aver noi trascurate le cose proprie, quando cercar dobbiamo anche le slraniefe. È stato dunque significato per relazione del Conte del Palrimonio, il vino Acinatieo, che dagli acini ha il nome, ne’ vasi di Corte esser diminuito; e poichè tulle le Dignità debbonsi scambie«volmente somministrar quelle cose che al servigio appartengono de’ Padroni, ordiniamo a voi di portarvi dai Possessori Veronesi, dove di tal faccenda è sin gola l’cura; acciocchè ricevuto il competente prezzo, niun ricusi di vendere ciò che al compiacimento del Principe dee servire. Spezie di vino veramente degna che se ne vanti l’Italia: imperciocchè se bene l’ingegnosa Grecia, di varie e fine diligenze lodala, e condisce i vini suoi con gli odori, e con marine mischianze dà lor sapore, niente ha però di così squisito. Questo è puro, per sapor singolare, Regio per colore; talchè o ne’ suoi fonti tu possa creder tinta la porpora, o