Pagina:Maffei - Verona illustrata I-II, 1825.djvu/298

Da Wikisource.
268 dell’istoria di verona

gli Ufizj publici e Palatini, e non meno i militari (Epit. in Adr. Officia publica et Palatina, ec.) continuavano fino a suo tempo nella forma per Adriano istituita, mutatine solamente alcuni da Costantino. E poichè la materia del governo de’ Romani non è per anco stata per verità ben presa nè pur dai maggiori Eroi, fino il Cardinal Noris disse, avere Adriano alle Provincie dell’Italia quattro Proconsoli imposti, in luogo de’ quali succedetter poscia i Presidi e i Correttori (Cen. Pis. Diss. i, c. 3). Proconsoli chiamògli disavvedutamente Appiano (Civ. l. i) in Greco nel passo altrove da noi spiegato, dal contesto del quale chiaramente risulta ch’ei volle dir Consolari: dice però quivi Appiano, come tal ordine dopo Adriano si tralasciò, onde non a que’ quattro Giudici successero li diciassette Presidi che si veggono dopo Costantino. Non aver Vittore per ufizj publici, e per dignità Palatine e militari inteso mai della distribuzione delle provincie, nè de’ Presidi loro, è tanto patente, che niente più, così per le sue parole, come per la considerazion generale dello stato d’Italia da Adriano a Costantino. Narra Svetonio, che nuovi Ufizj introdusse anche Augusto (Aug. c. 37: nuova Officia excogitavit) e dichiara appresso, doversi per Ufizj intendere la cura dell’opere publiche, delle vie, dell’acque, del frumento, del Tevere, ed altre dal governo di provincie molto diverse. Il libro de’ Persecutori (c. 7) distingue come due cose l’aver Diocleziano moltiplicati i Presidi, e raddoppiati gli Ufizj: fu inteso per Ufizj da chi comentò quel passo ministri subordinati e minori impieghi.