Pagina:Maineri - L'adolescenza, Milano, 1876.djvu/47

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e le attitudini particolari sono la faccia lucida della capacità generale, e senza aver formata questa, è una corbelleria per la grande maggioranza pretendere la manifestazione di quella. Mi spiego: se non avete ancora il giudizio chiaro e una certa copia di cognizioni, voi non siete idonei a scegliere, nè ad illuminare chi volesse proporvi una scelta. Prima di essere artisti, soldati o qualunque cosa, bisogna essere uomini, e voi che andate a scuola, ci andate per questo; per questo vi si narrano tanti belli esempii, e vi si dipinge quel mondo che non avete veduto, e vi si destano o svolgono quei sentimenti che non avete ancora provati, e vi si costringe saviamente ad essere ora positivi, ora poeti, ora antichi, ora moderni, ora imitatori, ora inventori; e i parenti e i maestri vi osservano e quasi sempre vi indovinano: ma tocca a voi di riflettere su voi stessi, di consultarvi e di comprendervi; perchè tenete ben fermo, non sarete mai uomini, nè cittadini veramente utili alla patria ed ai progresso, se non sarete capaci di far bene qualche cosa nel mondo. È questa la vocazione di tutti, la missione naturale, il grido d’ogni sapienza, il precetto d’ogni religione, il debito d’ogni grande o piccola capacità: lavorare: non c’è libertà che nel modo, ma la libertà dell’ozio e del parassitismo è vietata. Bisogna dunque scegliere maturamente e procurare di non ingannarsi. Guai a voi se, consigliandovi da voi stessi, vi gittaste ad una professione cui non rispondessero poi le vostre forze. E gli inganni sono parecchi, sapete. Taluno si è illuso alla scuola, una prima corona toccatagli per incoraggiamento fu creduta una prova indubitabile di valore; l'esempio di qualche splendida riuscita ha