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lettera di riccardo. 107

e lo conforterai a fortezza: — gli darai il bacio della mia suprema dipartita, il finale addio; lo assicurerai, che la sua immagine non abbandonò mai il mio capezzale nell’ultimo sospiro.

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Il dì volgeva a sera; i nostri parlari continuavano brevi, a intervalli, tranquilli sulle cose della patria e dell’amicizia; più di tutto giungevano meste alla mente di lui le vicende del passato.

Volle ch’ogni suo scritto fosse abbruciato pria di chiudere gli occhi: e così furono distrutte le sue lettere e molti schizzi letterari, ch’ei si compiaceva vergare nelle ore di solitudine. Morto, fu soltanto rinvenuto un piego al tuo indirizzo, ch’io mi faccio sacro debito d’unirti alla presente: la data appostavi lo mostra vecchio di alcuni anni; — con ciò penso d’avere religiosamente adempiuto l’ultime sue volontà, assicurando la spedizione di queste carte.

La prostrazione di sue forze facevasi ognor più evidente; le ultime tinte del crepuscolo avevano cessato di abbellire i contorni delle montagne.

Dacchè tu ci lasciasti, aveva mutato due volte dimora: ma l'ultima era stata affatto consona al suo gusto e alle sue idee; e credo