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146 ricordi delle alpi.


vitata; avendo bisogno d’aiuto e di consiglio, mi volsi a don Battistino, che mi aperse il suo cuore e la sua borsa: Giacomino non tardò a bazzicare in sua casa e ad averne lezioni, e io potei tirarmi su in questo modo, ecco. Sin da ragazzo m’ero dato a fare strimpellar il violino: vedendomi mancare il lavoro, mi ci rimisi con pazienza dandomi a canticchiare qualcosa; è allora che don Battistino fè la canzone della Lena con questo ritornello:

T'amo e ognor t'amerò, mia Lena; addio!
Possa presto vederti in seno a Dio!

La cantavo alla domenica dopo il vespro sulla piazza, o al rezzo di qualche albero, sempre circondato da una folla di gente; e dovunque mi recassi, qualche soldo me lo buscavo bene.

Venne il quarant’otto, e la vendemmia cominciò per me più copiosa: se ne cantavano tante allora! e dappertutto correvo con lo strumento. Sor capitano, si ricorda di questa cantata tante volte a Fusine?

Sorgete, Italiani,
A vita novella,
D’Italia la stella
Più lucida appar?