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brogio 29

ciò a intessere un po’ di ballo; e siccome lassù le giovinotte, specie se abbiano il damo alla festa, non amano altro che di stancare le gambe e scambiare le giravolte con esso, vi potete immaginare l’allegrezza di Zino, e la festa che si fecero tutt’e due.

In questa, mentre il ballo era più vivo, i tre della polizia, scorgendo di non poter pigliar parte in quella franca allegria, invisi per gl’indegni modi e l’estrania assisa, dimenticando aver già troppo stuzzicato gli umori dei giovani con quel far di gradasso, si diedero a sputar motti e sagrati e a gittar olio sul fuoco; e perchè Zino pareva — e certo era — dei capi nel respingerli ed avversarli, a lui specialmente si volsero e lo ferirono nel più vivo dei cuore, volgendo alla Ninetta indegne ed oltraggianti parole.

Ne avvenne una rissa, rissa funesta, che fu poi l’origine di tutte le mie disgrazie e degli affanni patiti sino a questo giorno dalla mia povera famiglia.

Zino, percosso e ferito da una guardia nel braccio, con quella sveltezza che aveva, riuscì a strapparle di mano la sciabola, servendosene di giusta difesa; in un attimo, sopraffatto l’avversario, l’ebbe gravemente offeso e stramazzato a terra.

Il secondo dei birri, schiaffeggiato e per-