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72 ricordi delle alpi.

dere che te ne consumi come una lucerna senz’olio.

— È vero; non lo posso cancellare dal cuore.

— E così lo vai cantando anche agli uccelli: ti pare?

— Ma ne provo un sollievo; e ti prego di accordarmelo, come se fosti in procinto di lasciarmi per un lungo viaggio....

— Uhm! lo sapeva io; eccoti da capo con le tue paturnie.

— Via! mi vuoi tu dunque male, Cecchina?...

— Nemmanco per sogno!

— Vieni qui pertanto, e togliamo di mezzo ogni ruga di mal umore.

E le due fanciulle si diedero il più casto bacio che l’innocenza possa scoccare su due vaghe boccuccie di quindici anni.

Dopo poco, rimesse al lavoro, la Rosina ripigliò la strofa del rispetto sopra cantato. E stavolta, senza frammettervi più parole, la Cecchina con voce mestamente limpida le rispose:

     «Morirò, morirò: sarai contento,
Per me si metta in ordine la croce.
Tu nella bara mi vedrai passare,
Cinta di drappi neri e senza luce.
Allora, bello, contento sarai,
Quando nel mondo più non mi vedrai.