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bito accettate queste riserve, dichiarando che mai, in nessun caso, gli avrebbe proposto di sacrificare le proprie opinioni; che forse, trattando l’argomento in generale e con principii positivi, avrebbero potuto accordarsi molto più facilmente di quanto paresse probabile; che ad ogni modo avrebbero discusso tutto. E s’eran posti immediatamente all’opera incominciando con una esposizione rapida delle vicissitudini della scienza dai Greci in poi. Ma ora Silla sentiva aprirsi un dissenso molto più profondo. Che fare? Accettare una discussione nella quale potrebbe rimaner vinto per mancanza di studi? Era un pericolo grave. D’altra parte, quale fierezza e quale audacia nelle idee del conte, quale disprezzo delle opinioni volgari e della corrente umana! Sarebbe stata un’umiliazione inesprimibile ritirarsi senza lotta, riconfondersi con la moltitudine, lasciando solo quest’uomo nell’attitudine così nobile di uno contro tutti. No, bisogna stare a fronte con lui, e non a fianco delle passioni, dei pregiudizi democratici; sostenere la nobiltà e la grandezza del principio di eguaglianza, con l’aiuto di quello stesso spiritualismo religioso che deve poi regolarne l’applicazione, secondo un ideale elevatissimo di fraternità; ammettere di buon grado gli errori, le ingiustizie, la cecità, le insopportabili pretese del sentimento democratico moderno; ma poi combattere; combattere sopratutto l’orgoglio aristocratico, i privilegi della nascita. In quest’ultimo pensiero il sangue di Silla si veniva riscaldando, il cuore gli batteva sempre più rapido, buttava fuoco dal petto e fiere parole di passione che non erano dirette al conte.

No, Silla, poco a poco, involontariamente, s’immaginava di fronte a donna Marina, la vedeva passare con la sua indifferenza altera, tanto più pungente quanto più la persona era delicata e graziosa, con il suo freddo sguardo che scintillava solo talvolta incontrando quello del conte. A lei Silla dirigeva mentalmente la sua elo-

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