Pagina:Mantegazza - Elogio della vecchiaia.djvu/157

Da Wikisource.

L'indulgenza 133


quei difetti, che feriscono il lato più sensibile dell’anima nostra e ci ribelliamo ad essi e vorremmo distruggere con il colpevole la macchia, che offende in noi il lato estetico o morale; ma l’esperienza ci ha dimostrato, che nè la ribellione, nè lo sdegno possono cambiare il carattere degli uomini, e al posto dello sdegno abbiamo messo con gli anni il compatimento; giudicando tutto e tutti con un’indulgenza grandissima.

Badate bene, che l’indulgenza non è rinunzia delle nostre convinzioni, nè mancanza di fede nel bene e nel male, nè scetticismo cinico. Indulgenza vuol dire bontà e giudizio fusi insieme; e la nostra dignità di galantuomini e di gentiluomini, non viene per essa ad abbassarsi di una linea; chè anzi ci innalza ad una sfera superiore. Chi perdona sta sempre più in alto di chi è perdonato; mentre chi disprezza e insulta, per disprezzare o insultare, deve scendere al livello del suo avversario.

Fra le tante virtù, che i cristiani hanno dovuto al loro Dio, forse la più bella è