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Abitudine e simmetrie 145


stro taschino accanto al cuore; tiepida dell’ultimo fiato, promettitrice di altre gioie future, fino all’infinito.

Il giovane è vagabondo, versatile, amico del nuovo e dell’inaspettato.

Il vecchio è abitudinario e gode nel fare le stesse cose alle stesse ore, di rivedere le stesse persone allo stesso tavolino del caffè, di trovare al mattino sullo scrittoio ogni cosa all’usato posto.

Dall’ordine delle cose e del tempo egli trae un inconscio augurio, che anche in lui le funzioni tutte camminino regolarmente, che il pendolo misuri esattamente l’ordine dei suoi piaceri, delle sue occupazioni.

Il vecchio non ama le sorprese, perchè sono per lui urti improvvisi, che gli danno una scossa troppo forte. Ama invece il ripetersi preciso delle stesse cose alle stesse ore; e quando l’appetito, la sete, la voglia di fumare lo chiamano all’ora consueta e precisa, egli è felice di constatare