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266 dialogo intorno alla vecchiezza

Solone alla palma della poesia? narra egli non aver mai cessato di apprendere cose nuove benchè assai attempato. Non dissimile da lui io già vecchio mi diedi allo studio delle greche lettere e con vera passione, onde saziare l’ardente sete di farmi profondo in quelle dottrine dalle quali ora attingo esempi ad ogni tratto. Al pari di Socrate datosi con ostinato proposito allo studio della cetra (posciachè presso gli antichi frequentissimo era l’esercizio della musica) neppure io dedicandomi allo studio della letteratura greca, volli essere avaro di fatica.


IX. — (Le forze de’ vecchi sono di altra specie e si fanno amare dai giovani mercè i loro ragionamenti.) — Venendo a parlarvi della mancanza di forze, altra delle mende apposte alla vecchiezza, nella mia gravissima età non m’è venuto mai di invidiare il vigore de’ giovani. Io pure, nel fiore degli anni, pago della mia, non mi sono mai sentito umiliato davanti alla possanza muscolare del toro e dell’elefante. Il savio è soddisfatto dei mezzi che ha e li impiega tutti ad ottenere l’intento.

Come si mostrò dappoco e spregevole quel Milione di Crotone, il quale reso cadente per età, allo spettacolo degli atleti nella palestra, mirando con occhi pieni di lagrime i muscoli del proprio braccio, - e questi, disse, non valgono più a nulla! - E tu assai meno di essi, vecchio stolido, perchè non ti bastò l’animo di crearti un nome con l’ingegno e quel poco di celebrità te la diedero le spalle e il nerbo del tuo braccio. Assai diversi di cotestui furono Sesto Elio, Tito Coruncanio che