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94 l’anno 3000

Quell’officina emergeva da tutte le altre case, tutte basse, a guisa di un colosso posto fra pigmei. Era un vero palazzo, semplice e severo nella sua architettura e dove il bello era sagrificato all’utile e all’indispensabile.

Il direttore, a cui erano raccomandati, servì loro da cicerone, ma essi dopo aver visto l’Isola di Dinamo, avevano poco di nuovo da ammirare e poco da scoprire.

Quest’officina riceveva da quell’isola direttamente tutta quanta la energia motrice necessaria all’immensa metropoli e non faceva che distribuirla.

Ciò che era ammirabile era un quadrante posto nel centro dell’edifizio e dove erano segnate tutte le forze diverse, che ogni giorno dovevano essere distribuite ai privati e agli edifizi pubblici. Un solo operaio sopraintendeva a questa distribuzione regolare e quotidiana; mentre in una camera vicina parecchi operai stavano attendendo le richieste di forze straordinarie, che ora chiedevano maggior luce,