Pagina:Mantegazza - Un giorno a Madera, 1910.djvu/32

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i miei occhi per quanto questi vi cercassero sempre, domandandovi l’elemosina d’uno sguardo. E perchè mai mi avete stretto la mano, se questa felicità d’un istante doveva darmi tanto dolore? E che avete in voi che sia più forte del vostro cuore? Perchè e come avete nell’anima vostra due genii, uno dei quali benedice e l’altro maledice? Perchè mi straziate voi a questo modo? Non sapete voi forse che cosa sia il dolore? Non sapete voi che io vivo soltanto, perchè mi tormenta e mi innamora il pensiero crudele che anche voi soffrite, che anche voi maledite qualche cosa o qualcuno che s’è posto fra me e voi? Sì, io vi vedo ogni giorno con gioia crudele divenire più pallida; e spesso leggo sul vostro volto colla voluttà dell’assassino le lagrime da voi versate nel silenzio della notte. Voi non dormite e voi piangete; casi come io piango, così come io non dormo. Questa barbara gioia mi tien vivo, questa voluttà crudele mi tiene in sesto la ragione che ad ogni momento sta per rompere la volta del mio cranio, coll’eruzione del delirio, coll’incendio della disperazione.

Io vi amava, vi amava in silenzio; vi amava tanto che l’idea che un giorno avreste potuto esser mia mi dava la palpitazione di cuore, mi faceva quasi paura. Non mi sentiva degno di voi; voleva adorarvi, voleva circondarvi poco a poco di un’atmosfera che fosse tutta un’emanazione del mio cuore. Voi non sapete qual riforma avete fatto del mio carattere per rendermi degno di voi. Dove trovava una macchia, dove scopriva una debolezza, io vi portava il ferro e il fuoco e vi metteva al posto della macchia e della debolezza il vostro nome, la vostra immagine divina, il mio amore per voi. Io aspettava di sentirmi perfetto, di sentirmi degno di voi per potervi dire colle labbra tremanti ma colla fronte alta: Emma, io voglio esser vostro! datemi la mano, siamo degni l’un dell’altro.

E il giorno non era venuto ancora. Io vedeva spuntare di lontano nella nebbia dell’orizzonte l’alba di quel giorno, di quell’ora di paradiso ma un immenso desiderio, ma un’angoscia senza nome mi davano coraggio ad aspettare, perchè in fondo di quella via io vedeva la mia Emma. Ah Emma, miss Emma, voi mi in-