Pagina:Mantegazza - Un giorno a Madera, 1910.djvu/34

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voi e di me. Mi son trovato col mio palazzo in rovine, col mio tempio scomparso: mi son visto lacero, affamato, avvilito, in mezzo ad un deserto, e pochi momenti dopo essermi creduto il Re dei Re ho domandato il pane dell’elemosina al primo viandante... E questo pane l’ho chiesto a voi; mia regina, a voi Dio del mio cielo.

emma a william.

Londra 12 Gennaio 18...

M.r William, io provo un’immenso dolore nel dover rispondere alla vostra lettera; e voi vorrete credere sicuramente ad una povera creatura molto infelice, molto debole, ma che non ha mai mentito.

Prima di scrivervi io ho pianto assai, ma M.r William io non posso essere la vostra sposa; io non posso essere la moglie di alcun uomo. Non me ne domandate la ragione; non accrescete colla vostra curiosità il mio dolore. Dimenticatemi; voi siete giovane, siete ricco di ingegno e di forza; dedicate le splendide ricchezze dell’animo vostro a far felice una creatura che può accettare il vostro amore. Dio è generoso; il mondo è popolato di bellissime e carissime creature degne di voi. Fate felice e superba una di esse.

Sopra tutto dimenticatemi, ve ne scongiuro in nome di mio padre.

william a emma.

Londra 13 Gennaio 18...

No, miss Emma, io non vi dimenticherò; no, io non andrò a gettare il mio fazzoletto tra le figlie di Eva; per me non c’è che una donna sola nel mondo e siete voi; per me non c’è che un modo solo di vivere, ed è di vivere con voi.

Perchè non avete avuto il coraggio di scrivermi che non mi amate? Avrei avuto il coraggio di morire: ma voi mi amate; me lo dite cento volte nella vostra lettera. Io leggo il vostro amore in ogni parola, in ogni