Pagina:Mantegazza - Un giorno a Madera, 1910.djvu/65

Da Wikisource.

— 63 —

mio cuore, quasi volesse escire dal petto e mi trovava tutta coperta di sudore.

Durava fatica a riprendere il sonno, e appena chiudeva le palpebre, quei dottori e quei martelli mi ritornavano dinanzi sempre più terribili, sicchè io non riuscii a calmarmi che dopo averti promesso che alla mattina avrei appagato il tuo desiderio e mi sarei recata a visitare i tre medici più illustri di Londra.

E con questo fermo proposito mi alzai, e colla mia cameriera presi una vettura, dicendo al cocchiere di condurci dal dott. B... Egli abitava all’altro estremo della città e il cammino mi pareva eterno. Mi impazientava coi cavalli e con me stessa; avrei voluto non averti data la mia parola e giungeva quasi all’ipocrisia di persuadermi che una promessa fatta fra i terrori d’un sogno non poteva obbligarmi a mantenerla e non aveva alcun valore morale. Allora mi pareva che il vecchio medico di mio padre mi avrebbe messo il broncio, perchè avessi consultato altri dottori fuori di lui, e credeva vedere il volto accigliato di mio padre che mi ripeteva col piglio della sua collera più furiosa quelle parole che tante volte aveva udito dal suo labbro: «Cambiate pure i servi e le cameriere e il vestito e i cavalli e la casa, ma non cambiate mai il vostro medico».

Ma tu, mio William, puoi esser superbo, perchè il solo ricordarti faceva mettere in fuga il vecchio dottore e fin l’ombra incollerita di mio padre; ed io non pensava che alla mia promessa. Che cosa è mai un uomo, che non ha sacra la sua parola? «È un vile e un briccone, perchè non ha neppure il tristo coraggio di tanti altri che per commettere una colpa hanno bisogno di sfidare codici e tribunali.» Anche queste parole erano di mio padre, e questa volta tu andavi d’accordo con lui ed io abbracciava in una volta sola con un solo amplesso due ombre carissime, forse egualmente care. Tu che indovini sempre il mio pensiero, prima eh io 1 abbia pensato; tu che hai sentito sempre le mie stesse sensazioni, i miei stessi sentimenti, le mie stesse collere, devi di certo aver provato quella santa delizia che si gode, quando nell’anima vengono