Pagina:Mantegazza - Un giorno a Madera, 1910.djvu/78

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è di tutti il più potente, la virtù, la gloria sono forme sublimi di felicità; e l’uomo più perfetto è quegli che facendo felice un numero infinito di uomini, fa felice sè stesso...

Ma ritorno al mio dottore. — Vuotato il sacco di geografia medica che aveva in corpo, soggiunse:

«Vedete, mia signora, che c’è poco a sperare, poco da confidare nell’azione dei climi. È più questione di gusto che di scienza; amate il freddo, andate in Islanda o alle Ebridi; preferite il caldo, ebbene andate a Madera. Amate le montagne, andate sugli altipiani del Perù; siete amica del mare, andate a Xeres. Se poi preferite rimanere a Londra, io vi curerò; io mi studierò di guarirvi. Conoscete certamente il proverbio: Chi s’ajuta il ciel l’ajuta. L’uomo malato ha bisogno del medico; se voi volete che io sia il vostro medico, senza farvi inutili promesse, posso dirvi che non sono nè peggiore nè migliore degli altri. Non ho che una pretensione al mondo, quella di dir sempre la verità di non ingannare alcuno... Ecco tutto.

«Dicono, signora, ch’io sono scettico. E forse per questo che son chiamato dopo tutti gli altri medici, per segnare l’ultima condanna e l’ultima assoluzione. Faccio la figura del carnefice che vien dopo il consigliere di cassazione... Non me ne duole. Ognuno deve avere nella società una missione e una figura; questa è la mia. Non posso cambiarla.»

Ne sapeva più del bisogno... Ringraziai, pagai e me ne venni a casa, stanca, tristissima, ma colla beata sicurezza che la terza parte del mio Calvario che mi rimaneva a salire, non poteva sicuramente esser peggiore di questa...

emma a william.

Londra, 8 luglio 18...

Mio buon William, la mia visita al dott. T... mi aveva talmente stancato, che ho dovuto riposarmi due giorni prima di intraprendere il mio ultimo viaggio nel mondo della medicina. In questi due lunghissimi