Pagina:Manuale di economia politica con una introduzione alla scienza sociale.djvu/128

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118 introduz. alla scienza sociale [§ 101]

Per molti socialisti, ogni guaio, piccolo o grande, che possa toccare all’uomo è sicura conseguenza del «capitalismo». Il Roosevelt è persuaso che il popolo americano è immensamente superiore ad ogni altro popolo, e quindi non si accorge quanto ridicolo sia il citare il Washington per farci sapere che «il modo più sicuro di avere la pace è di preparare la guerra» (American Ideals, cap. VIII; e quel capitolo ha per titolo: Un precetto dimenticato del Washington!!). Veramente noi miseri europei credevamo che, un poco prima del Washington, certi abitanti di un paesucolo chiamato Lazio avessero, nel loro idioma, detto: si vis pacem, con quello che segue: ma si vede che eravamo in errore, e che i latini devono avere copiato il Washington e ripetuto cosa da lui prima detta.

Altre difficoltà di quel genere si possono vedere nell’Introduzione alla scienza sociale di Herbert Spencer.

Pari difficoltà si incontrano nello studio dell’economia politica. Gli economisti «etici», con grande prosopopea, discorrono a caso di ciò che non intendono. Altri, per ricoprire tale ignoranza, si gonfia le gote, e tronfio come un pavone fa sapere al pubblico che segue «il metodo storico». Altri discorre del «metodo matematico», e lo giudica, lo condanna, lo distrugge; ma ne ha tanta conoscenza quanto un ateniese contemporaneo di Pericle poteva averne della lingua cinese.

3.° La difficoltà soggettiva indicata al N. 5 del § 100 sta in relazione con una difficoltà soggettiva analoga; cioè a noi riesce difficilissimo di non giudicare le azioni altrui coi sentimenti nostri. Nella storia è solo da poco tempo che si è inteso che, per avere un chiaro concetto dei fatti di un dato popolo