Pagina:Manuale di economia politica con una introduzione alla scienza sociale.djvu/160

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150 conc. gen. dell’equil. econ. [§ 20-22]

combinazioni di quantità che si possono scegliere. In un anno, un uomo può bere 100, 101, 102.... litri di vino; può, se ha un orologio che non va tanto bene, provvedersene, subito uno nuovo, oppure aspettare per un mese, due mesi,... un anno, due anni... a fare quella compra, e intanto tenersi l’orologio che ha già. In altri termini sono infiniti i casi in cui le cose tra le quali conviene scegliere variano in quantità, e per gradi piccolissimi, quasi insensibili. Dobbiamo quindi preparare una teoria che valga a risolvere simili problemi.

21. Consideriamo una serie di quelle combinazioni di varie quantità di beni. L’uomo può passare dall’una di quelle combinazioni all’altra, e poi, giunto ad una di esse, fermarsi. Preme assai di conoscerla, e ciò si ottiene colla teoria dell’equilibrio economico.

22. L’equilibrio economico. — Si può definire in vari modi, che in sostanza tornano allo stesso. Si può dire che l’equilibrio economico è quello stato il quale si manterrebbe indefinitamente, ove non fosse alterato da qualche mutamento delle condizioni in cui si osserva. Se, per ora, consideriamo solo l’equilibrio stabile, potremo dire che è determinato in modo che, ove venga lievemente alterato, tende subito a ricostituirsi, a tornare allo stato di prima. Le due definizioni sono equivalenti.

Per esempio: un uomo, date certe circostanze o condizioni, compera ogni giorno 1 kg. di pane; se un giorno lo si costringe a comprarne solo 900 grammi, e se all’indomani è lasciato libero, tornerà a comprarne 1 kg; se nulla muta nelle condizioni in cui si trova, seguiterà indefinitamente a comperare 1 kg. di pane; ed è tale stato che dicesi di equilibrio.